recensionirassegna stampa

01-01-2002
Opere di scultura viva

Se c'è qualcosa che caratterizza il ventesimo secolo è la libertà di sperimentare con tutti i mezzi e con tutte le teorie possibili.
L'arte di Ilaria Locati si rifà a quella del recupero dell’oggetto, attraverso impronte che rievocano uno stato d'animo naturalista; elementi che contengono energia vitale che sembrano scatole di ricordi lasciate aperte, dove si ritrovano sogni infantili ma anche giudizi severi sullo stato di indifferenza ecologica.
Passato, presente e futuro si sprigionano da involucri di cera, foglie e arbusti, impronte di animali che lasciano il passaggio del tempo dove l'uomo sembra non esistere.
Spettacoli di natura geologica, pieni di mistero e di rispetto, dove il tempo si cristallizza per trasformarsi in poesia, fatta di rumori non sentiti e colori primitivi.
Opere quindi di scultura viva che richiede la catalogazione di reperti e la giusta collocazione.
Animo sensibile, bucolico moderno, dove non si dimentichi l'ambiente da cui veniamo e ritorniamo.
L’intellettualismo e la citazione non escludono la semplicità di appartenere ancora al mondo della natura così violentata dall’uomo, indifferente alle emozioni.
Tutto questo suscita nell’animo di questa giovane artista un senso di riverente rispetto.
E' questo un mondo senza gerarchie, dove ogni cosa può assumere le sembianze di un'altra.
Un mondo alla rovescia è ciò che resta e ciò che viene ricordato, la cui espressività viene vissuta come l'infanzia del mondo; la trasgressione sta in questo mettere tutto insieme e non sprecare nulla e non tacere nulla perchè tutto parli.

Prof. Ilario Balì

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