03-02-2007
"Ilaria Locati - In natura" - Galleria d'arte La Cittadella, Alessandria
Uno dei più grandi artisti contemporanei, Hidetoshi Nagasawa, sostiene che "la buona scultura somiglia alla natura": un gioco solo apparente di parole al quale, nella semplicità dell'assioma, possiamo avvicinare anche il lavoro di Ilaria Locati. La natura è il suo regno, l'humus da cui parte e il mondo a cui ritorna, anche se nell'intervallo che separa questi due momenti – diversamente da quanto accade nella land-art a cui invece Nagasawa più si avvicina – l'intervento dell'artista, a volte molto marcato, generalmente riconoscibile, sempre profondamente poetico, non è fatto in situ, ma in studio e i manufatti che ne derivano sono mobili come sculture. Sono a tutti gli effetti sculture, sempre ammantate, però, di una “prorompente naturalità” che le fa appartenere al tempo stesso al mondo della creatività e – per così dire – della creazione. L'artificio è spesso delegato al "contenitore" che è talvolta in materiali manipolati con tecnica raffinata, ma si impone – sempre – la presenza centrale del dato di natura, foglie, arbusti, sabbia, sale, paglia, ossa, nidi, piume. Una sapiente e silenziosa alchimia che non ha lo scopo di generare confusioni concettuali ma, al contrario di accentuare il "plusvalore" di dati di natura che l'essere umano nella migliore delle ipotesi tende a ignorare e spesso, deliberatamente si impegna a distruggere. Un profondo sentimento di animismo panteista che approda a un'ecologia creativa di grande suggestione e spesso sorprendente bellezza.
Luisa Caffarelli